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L’antico priorato di San Colombano al Monte

A rammentare la presenza, un tempo, dell'antico priorato di San Colombano, emanazione del famosissimo monastero di Bobbio, non rimangono che qualche brandello di mura e le fattezze rimodernate di quella che ne fu la cappella, ridotta ora a semplice oratorio privato

Tale edificio dunque, nonostante le apparenze, vanta origini assai antiche, che vanno presumibilmente a coincidere con quelle del priorato stesso, sorto come probabile stazione per la riscossione degli introiti provenienti dai vari possedimenti che il monastero di Bobbio teneva sulle sponde del Garda orientale fin dal secolo IX. Non é pertanto da escludere che la fondazione del priorato possa essersi verificata abbastanza a ridosso dalle dotazioni gardesane e in ogni caso una chiesa di San Colombano sulle colline di Bardolino, che altri non doveva essere se non la cappella del priorato, é menzionata nella celebre «Breve recordationis de Terris Ecclesiae Sancti Columbani», documento della seconda metà del secolo XII.

Chiesa monasteriale dunque, legata indissolubilmente alle vicende del priorato, affidato in commenda già nel secolo XV, fino all'incorporazione fra i possedimenti dei Camaldolesi di Monte San Giorgio che ne provvidero pure ad una totale ristrutturazione, San Colombano mantiene una tale funzione sino agli inizi del secolo XIX, quando, in seguito al decreto napoleonico sulla soppressione dei monasteri, venne demaniata insieme a tutti i beni dell'eremo. Nel corso della visita pastorale del 1812 la chiesa é difatti detta del Regio Demanio, ma é comunque tenuta aperta ai fedeli, anche se non vi si officia, e niente lascia supporre un suo uso profano. Anche dopo l'acquisizione «de jure» da parte del nobile Morando, come ci documenta la successiva visita del 1833, sembra che l'edificio venga rispettato nelle sue prerogative di luogo sacro, nonostante l'elenco degli «Ordinata», cioè le prescrizioni delle cose da farsi, piuttosto consistente e il decreto di temporanea sospensione in attesa del loro assolvimento. Ma il provvedimento non dovette sortire effetto alcuno: la visita del 1844 non dà notizie confortanti e quella del 1883  sottolinea invece come la chiesa sia anzi in completo disordine. Solo in tempi più recenti opportuni restauri l’hanno riaperta al culto, almeno in occasione delle «Rogazioni».

L'edificio odierno deve il suo aspetto soprattutto alla radicale ristrutturazione operata dai Padri camaldolesi intorno alla metà del secolo XVIII e al gusto neoclassico allora imperante: la facciata, rivolta ad ovest, é a capanna con frontone triangolare a coronamento; nel timpano un modesto «occhio», un secondo di dimensioni maggiori, con cornice in mattoni e conci, s'apre nel mezzo della facciata sopra un moderno portone d'ingresso, ai lati del quale altre due finestre rettangolari. Sul fianco meridionale, dove parte della parete presenta una decorazione bicroma a strisce rosse e bianche, si stacca dallo spiovente del tetto un nostalgico campaniletto a vela, il cui mistico richiamo più non s'ode per i dolci pendii, un tempo, animati dalle bianche figure incappucciate.
L'interno della chiesa, anch'esso modificato dagli interventi settecenteschi, propone una singola navatella, terminante nel presbiterio a pianta rettangolare, al quale s'accede attraverso l'elegante arco trionfale. Nel mezzo dell'area sopraelevata l'unico altare in marmo giallo di Torri con un recente dipinto, opera di Leonardo Peretti, raffigurante La Vergine e San Colombano. Ampie tracce d'umidità, purtroppo, determinate dalle pessime condizioni del tetto, segnano in modo preoccupante le pareti ed il soffitto.

 

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Regione Veneto
Provincia: Verona
Comune: Bardolino
Superficie: Km54,82;
N° Abitanti: 6.418
Nome degli abitanti: Bardolinesi

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Eremo

 

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