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Nel 2004 a Friedrichshafen in Germania il VII Columban’s Day

L'Europa anche quest'anno ha celebrato il giorno di san Colombano. I popoli dell'Irlanda, della Francia, dell'Italia, della Germania, della Svizzera e dell’Austria, rappresentati dalle rispettive delegazioni per un totale di quasi 800 pellegrini si sono dati appuntamento nel cuore del Vecchio Continente, sul Lago di Costanza, per un segno eloquente di testimonianza della loro fede sotto la protezione del loro comune patrono, pioniere di civiltà, evangelizzatore, missionario e operatore infaticabile di unità. Quattro sono stati i momenti principali di questo pellegrinaggio alle radici del cristianesimo in Europa  giunto alla sua settima edizione.

La sera di venerdì 2 luglio, all'arrivo dei pellegrini a San Gallo, si è tenuta in tarda serata, la cerimonia di accoglienza delle spoglie del Santo in tarda serata nella Cappella di San Gallo, nel chiostro della grandiosa Cattedrale al centro della città capoluogo del cantone tedesco, che porta il nome del discepolo irlandese prediletto di Colombano.

Il Parroco della Cattedrale, Josef Raschle, delegato dal Vescovo Mons. Ivo Furer, ha aperto per l'occasione il luogo "più sacro" del vasto complesso abbaziale dove sono custodite le reliquie del fondatore per questo storico incontro tra i due compagni di viaggio dopo quasi quattordici secoli. Durante il loro pellegrinare dall'Isola irlandese verso l'Italia i due monaci, insieme ad altri 11 compagni si fermarono dapprima sul lago di Zurigo dove però non ebbero vita facile con i pagani delle foreste. Entrambi, trasportati dal loro zelo, avevano uno spirito impetuoso: afferravano le statue degli idoli e le gettavano nel lago e poi, brandendo torce, davano fuoco ad alcuni templi. Ma la collera degli abitanti era tale che costrinse i due a ripescate dal fondo del lago gli idoli abbattuti e di fronte a tanta ostilità si dovettero convincere di passare altrove. Sul Lago di Costanza invece furono paternamente accolti da un prete di nome Willimar. Appresero che non lontano di là si ergeva m antico castrum, detto Bregenz, di terreni fertili e acque abbondanti di pesci e lì Colombano fondò il suo quarto monastero.

Ma il gesto di fu incontrare, nel segno delle reliquie, i due compagni di avventura ha voluto significare per i figli spirituali di Colombano e per i cattolici svizzeri un segno di riconciliazione. In quelle regioni è giunta fino ai nostri giorni  più che altro l'eco dei diverbio tra i due monaci alla base della loro separazione dopo venticinque anni di amicizia, piuttosto che la loro opera di predicazione. Il ritorno di Colombano in quelle terre ha voluto riprendere quel capitolo della storia di un uomo dalla forte personalità . Al momento della sua partenza, Gallo si trovò assalito dalla febbre e gettandosi ai piedi dell'abate gli chiese il permesso di non andare con lui. Si era affezionato a quei luoghi e l'impossibilità di intraprendere il viaggio era vista come espressione della volontà di Dio, Ma per Colombano sottrarsi a questo dovere, era debolezza, se non rilassatezza. E per penitenza gli vietò di celebrate la S. Messa fino alla sua morte

La malattia fu più forte della minaccia. Gallo restò in quel paese; si dedicò alle pratiche dell'ascetismo e all'apostolato.

Raccogliersi nel cuore della notte in compagnia di Colombano e di Gallo, insieme ai suoi discepoli di un’Europa in preda agli idoli moderni, per pregare per una nuova evangelizzazione, sognare un continente che non vuole tagliare le sue radici cristiane, invocare lo stesso ardore missionario proprio laddove questi annunciatori di Cristo avevano seminato il Vangelo, ha fatto assaporare nella commozione l'importanza di questo viaggio.

La domenica 4 luglio di buon’ora, dopo aver prelevato la reliquia di San Colombano, i pellegrini banini si sono diretti a Romansorn dove li attendeva il battello per l'attraversata del lago.
Sotto gli occhi curiosi di molti turisti, sbrigate le pratiche burocratiche alla dogana e con la capitaneria di porto, alle ore 10,36 i pellegrini si sono imbarcati  insieme alla reliquia del loro patrono.
Sotto un cielo stupendo, terso, senza una nuvola, sotto uno splendido sole, il battello salpava recando un viaggiatore di eccezione, che ritornava dopo secoli a solcare quelle acque.
Un grande dipinto, opera dell'artista banino Zeffirino Giandelli, veniva collocato accanto al solenne reliquiario  portato in spalla da quattro parrocchiani. Quaranta minuti tra incredulità, soddisfazione, emozioni per un'impresa fino ad alcuni anni fa impensabile. Una rappresentanza del Consiglio Pastorale di Friedrichshafen, Parrocchia Ospitante il Raduno Colombaniano, venne ad accogliere  i pellegrini sul versante svizzero.

All'arrivo al 'Porto di Federico" il suono delle sirene dava il benvenuto al santo viaggiatore e un corte di macchine si portava al sagrato della Parrocchia cittadina per inaugurare la giornata a lui dedicata. Al suono delle campane e dell'organo alle ore 12,00 faceva ingresso il Santo Irlandese nell'ultima Chiesa Parrocchiale in Europa costruita per ricordarlo.  Alle ore 15,00 il programma prevedeva l'intitolazione di un ponte, recentemente ristrutturato, accanto alla chiesa e la cerimonia di benvenuto alle autorità civili, religiose e a tutti i pellegrini. Alle 15,30 la processione dei concelebranti e dei Vescovi Johannes Kreidler (della Diocesi di Rottenburg Stuttgart) e Donal McKeown (Ausiliare di Down and Connor) faceva ingresso nella chiesa per il solenne pontificale. La sacra liturgia è stata ben preparata: rigorosamente in tedesco il canone della messa mentre l'omelia  del presule è stata sinteticamente tradotta nelle principali lingue. I canti  sono stati eseguiti da un grande coro, accompagnato da organo, tromba e altri strumenti: per favorire la partecipazione alcune parti della messa sono state eseguite in latino e alcuni corali  contemporaneamente nelle varie lingue. Una grande famiglia radunata a cantare le lodi di Dio nella memoria delle gesta dei comune patrono scelto da Dio come padre e guida nel cammino di fede di molti figli.

Al termine della celebrazione eucaristica  è stato dato l'annuncio della data e del luogo del   meeting nel 2005 (in Italia a Vernasca (Pc) nella Diocesi di Piacenza   Bobbio la prima domenica di luglio).
Alle ore 17,30 è stata servita nel parco adiacente la chiesa la cena per un momento di convivialità e di fraternità che si è protratta fino alle ore 20,00 quando, con il congedo dalla reliquia e la preghiera solenne ci si è congedati dagli amici tedeschi.

Per tutta la giornata sono continuate le visite dei fedeli della parrocchia all’urna del Santo e al momento  di separarsi abbiamo potuto ammirare, nella loro compostezza, la loro gratitudine per aver avuto un ospite così singolare,

La mattina seguente, i pellegrini italiani si sono dati appuntamento nella Parrocchia St. Kolumban di Rorschach in Svizzera, per la Messa di Ringraziamento con gli italiani delle Missioni Italiane  all'Estero rette dai Padri Scalabriniani. Un momento di preghiera tutto italiano prima di ripartire e di far ritorno vaso le rispettive destinazioni.

Quattro giorni irripetibili  per emozioni e sentimenti e una riflessione costante:  la consapevolezza che la fede cristiana ha plasmato la cultura dell'Europa facendo un tutt'uno con la sua storia. E il suo influsso è rimasto notevole anche nell'epoca contemporanea, malgrado il forte e diffuso fenomeno della secolarizzazione.

 


 Benedizione di Papa Giovanni Paolo II

 


 

 

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